Orti comunali: il Comune non riscuote il canone ma non si decide ad eliminarlo!

L’introduzione di un canone da far pagare a chi coltiva gli orti comunali è stata voluta dalla maggioranza a partire dal 2020.

Successivamente, a causa dell’emergenza da Covid-19, è stato giustamente deciso di rinviarne l’applicazione nel 2021 ancorché in una cifra ridotta a 20 euro per via del persistere dell’emergenza pandemica per poi aumentare il canone a 40 euro sull’anno in corso.

«Finora ai conduttori degli orti il pagamento del canone del 2021 non è stato chiesto – commenta il Consigliere comunale della Lista civica Bareggio 2013, Monica Gibillini – pertanto ho proposto alla maggioranza, nel corso dell’ultimo Consiglio comunale, di abolire il canone visto che, evidentemente, al Comune questi soldi non servono e comportano un aggravio burocratico anche per i cittadini.

A confermare la non necessità del canone per il bilancio comunale è il parere dell’ufficio ragioneria del Comune e dei revisori dei conti alla proposta di abolizione ma secondo Sindaco e consiglieri di maggioranza il canone serve a responsabilizzare i conduttori degli orti.

Su questo tema, proprio durante il dibattito in Consiglio, va segnalata l’infelice affermazione del Consigliere Luisa Pirovano, con delega sugli orti urbani con compiti di studio, propositivi e di consulenza, secondo cui “se mi girano faccio pagare anche 100 euro”.

La maggioranza ha quindi rigettato sia la proposta di abolizione e perfino quella di mantenere il canone 2022 a 20 euro.

Con un ufficio comunale lavori pubblici che, dopo la “fuga” in altri Comuni di 4 architetti, può contare solo su due geometri e due dipendenti che si occupano di aspetti amministrativi converrebbe concentrarsi su priorità ben più importanti invece di incaponirsi su posizioni che non tengono conto della realtà del paese.

Peraltro, da quanto ho potuto verificare gli orti comunali di via Piave sono ben coltivati dalle persone, prevalentemente over 65, che li hanno in gestione!»