Perchè mi ricandido

Cari concittadini,

nell’incontro di presentazione della lista e del programma ho spiegato i motivi della mia scelta di ricandidarmi che trovo ben riassunti nell’intervista apparsa su “Il Giorno” del 3 maggio 2013.

Monica Gibillini corre per il bis. Lo fa alla guida di una lista civica, senza partiti, perché – spiega il primo cittadino uscente – «non voglio più avere le mani legate». Il sindaco decaduto a pochi mesi dalla scadenza della legislatura per le dimissioni dei consiglieri comunali e degli assessori ci riprova con una formazione nuova, giovane. Composta da esordienti in campo politico-amministrativo, la lista civica Bareggio 2013.

Cos’è cambiato rispetto a cinque anni fa, quando si candidò e vinse con la coalizione di centrodestra? «Mi sono messa in gioco perché me l’hanno chiesto i cittadini. Tanti. Voglio rispondere solo a loro: il sindaco viene eletto dai cittadini e deve rendere conto alla comunità.Non al direttivo del partito che spesso un giorno dice una cosa e il giorno dopo l’esatto contrario».

Cosa l’ha delusa dei (quasi) cinque anni con Pdl-Lega-Io amo Bareggio? «Credevo che in un paese di 17mila abitanti con un po’ di buona volontà le cose potessero andare diversamente dal parlamento… Il mio impegno nel cambiamento è stato visto come prevaricazione da parte di chi diceva di sostenerlo ma in realtà non perdeva occasione per frenarlo».

Non ha paura di bruciarsi? «Sono consapevole di aver preso una scelta scomoda e impegnativa. Scomoda perché ci metto la faccia dopo tutto quello che è successo, perché mi rimetto in gioco. Credo nel cambiamento che ho sempre perseguito con serietà e determinazione. E che i partiti, di destra e di sinistra, hanno mal digerito facendo prevalere logiche lontane dalla sensibilità dei cittadini e rinunciando a portare a termine un mandato».

Da dove ripartirà? «Dai cittadini. Prima avevo le mani legate, ora potrò portare a termine tanti progetti. Un esempio è la riqualificazione della ex Cartiera: le proposte che ho presentato non sono state votate dal Consiglio comunale e dalla Giunta. Vogliamo arrivare in tempi brevi a un progetto concreto e realizzare oltre a residenze, negozi, parcheggi e spazi pedonali anche alloggi per disabili rivedendo la viabilità. Nella parte destinata ai servizi pubblici occorre trasferire e ampliare la biblioteca con un auditorium per eventi culturali e spazi per giovani ed associazioni».

Quali saranno le altre priorità? «Quelle indicate dai cittadini che hanno compitato i questionari promossi dal Comitato Bareggio 2013. Il cambiamento è già iniziato: le famiglie hanno fotografato un paese dormitorio. Hanno chiesto di rivitalizzarlo, indicando i servizi di cui hanno bisogno. Noi, con chiarezza e trasparenza, non abbiamo scritto un programma di promesse da campagna elettorale che si rivelano illusioni quando si guarda il bilancio comunale. Abbiamo scritto cosa si può fare in concreto e con quali condizioni o spese, a cominciare dal sostegno alla famiglia».

Come? «Salvaguardando i progetti sperimentati positivamente negli scorsi anni, che hanno garantito di recente al Comune un premio di 100mila euro dal ministero delle Politiche per la Famiglia, come ad esempio il buono per la famiglia, la ludoteca e la riqualificazione dei parchi in prossimità delle scuole, e mantenendo il livello di servizi erogati in ambito sociale e scolastico».

Con quali azioni amministrative si può svegliare Bareggio? «Vogliamo valorizzare il centro storico e il commercio sia attraverso interventi sull’arredo urbano sia con iniziative realizzate con la collaborazione dei commercianti e delle associazioni. Senza dimenticare la frazione di San Martino: proseguiremo la partnership con i privati per riqualificare il centro sportivo».

Sarà meno autoritaria, come invece le rimproveravano i suoi ex assessori? «Ho sempre sentito un senso di responsabilità molto forte verso il compito che i cittadini mi avevano affidato come sindaco. Per capire quali decisioni prendere ho voluto conoscere di persona temi e problemi, dal lavoro delle associazioni alla situazione di un parco, di una casa comunale o di una coppia di anziani in difficoltà».

 

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